PREGARE NELLA STANZETTA SEGRETA

David Wilkerson

Devo farvi una domanda: cosa può fare il popolo di Dio nei momenti di giudizio imminente, per muovere il cuore del Signore? Stiamo vedendo calamità naturali in vasta scala come mai prima: onde gigantesche, uragani, incendi, diluvi, siccità. Penso alle devastazioni che hanno sconvolto il mondo, come lo tsunami, l’uragano Katrina, i terremoti in India e in Pakistan.

Penso anche alla paura e alla disperazione provocata dalle calamità provocate dall’uomo: gli eventi dell’11 settembre 2001, il conflitto fra Israele e Libano, le armi nucleari in mano a persone pazze. Persino i commentatori più scettici dicono che stiamo assistendo già agli albori della terza Guerra Mondiale.

In questo preciso istante, i musulmani in varie nazioni stanno minacciando di distruggere il cristianesimo. Di recente, quando mi trovavo a Londra, ho sentito due giovani musulmani dire durante un’intervista radiofonica: “La nostra religione non è come il cristianesimo. Noi non porgeremo l’altra guancia. Vi taglieremo la testa”.

Vi chiedo: in periodi pericolosi come questi, la chiesa ha il potere di fare qualcosa? Dobbiamo sederci ed aspettare che Cristo ritorni? Oppure siamo chiamati a fare delle azioni drastiche? Quando tutto il mondo attorno a noi trema, ed il cuore degli uomini viene meno per la paura, siamo chiamati a prendere le armi spirituali e a guerreggiare contro l’avversario?

In tutto il globo, c’è la sensazione che sia futile cercare di risolvere i problemi che stanno sempre più aggravandosi. Molti sentono che il mondo ha raggiunto l’apice della disperazione. L’alcolismo è in crescita in tutto il mondo, e sempre più giovani cadono nella sua rete. Nella chiesa vedo una corrente egualmente fastidiosa, e cioè cristiani che si volgono al materialismo. Il messaggio che le loro vite predicano è: “Non c’è più speranza. Dio si è arreso”.

Ditemi, dovrebbe forse essere questo il ruolo del popolo di Dio nei momenti più bui? I seguaci di Cristo dovrebbero comportarsi come il resto del mondo, lottando per un pezzo di torta? No, mai!

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